Elektra
Richard Strauss
18.02.2010 | Teatro Massimo Bellini Catania
MUSIKALISCHE LEITUNG: | Will Humburg |
REGIE: | Gabriele Rech |
BÜHNE: | Giuseppe di Iorio |
KOSTÜM: | Sandra Meurer |
ELEKTRA: | Janice Baird / Jane Casselmann |
CRYSOTHEMIS: | Elena Nebera / Elizabeth Hagedorn |
KLYTÄMNSESTRA: | Gabriele Schnaut / Renee Morloc |
OREST: | Stefan Adam / Roman Sadnik |
Presse
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LA RECENSIONE Consenso convinto e applausi dai melomani per esecuzione, allestimento, cantanti. Appassionato rapporto fra il pubblico etneo e il compositore bavarese«Elektra» al Teatro Bellini, vero trionfoDi grande efficacia la regia di Gabriele Rech e la direzione orchestrale di Will Humburg JANICE BAIRD, UNA ELEKTRA POSSENTE NELLA SONORITÀC
acclamazioni da parte di un uditorio mai visto tanto accalorato. Un consenso convinto da parte degli intenditori, elogi diffusi da parte del pubblico dei melomani che hanno apprezzato anche le novità di quel testo sospeso tra neoclassico ed espressionismo che è l’«Elektra» di Strauss. Sono tutti segni di quella maturità musicale che contraddistingue la città di Bellini in una serata iniziata con la garbata satira da parte dei dipendenti del teatro in agitazione: anzi la protesta è stata tanto sorridente (i manifestanti si erano presentati con lunghi nasi alla Pinocchio per sbugiardare il sovrintendente) che sembrava facesse parte della mascherata anche la donna che, nel vestibolo del teatro ripuliva la grande maschera di Agamennone.
La simbologia invece faceva parte dello spettacolo, dove antico e contemporaneo si intrecciano continuamente. I personaggi indossano gli abiti di oggi: non solo quelli elegantissimi disegnati da Sandra Meurer, ma anche quelli ordinari del personale da fatica. Ma in mezzo a tale attualità irrompe un fiume di sangue. Appiccicoso come quello vero, sozzo, come quello di un mattatoio, sparso sugli eroi e sui becchini, sui sicari e sulle vittime. Quasi una rassegna dell’orrore. Quasi perché le finzioni orride si propongono come finte, mentre queste rimandavano agli orrori delle guerre mondiali, partite dalle terre germaniche e lì tragicamente concluse. A rendere ancora più impressionante il tutto l’intelligente regia di Gabriele Rech, sulla efficacissima idea del concertatore Will Humburg, che ha voluto l’orchestra sulle scene di Giuseppe Di Iorio, ha disposto in sala i movimenti dei cantanti e delle comparse, nei palchi il canto corale ottenendo l’effetto del teatro elisabettano: un canto a tu per tu con lo spettatore, una amplificazione straordinaria, una sonorità naturale esplosiva. Il pubblico sente palpitare la vita vera, fremere le note, rimbombare i passi e avverte che il palazzo dei potenti affonda nella rovina.
La Elektra di Janice Baird è possente nella sonorità, elegante nella modulazione della voce e infinitamente tragica nel gesto: non della tragedia di finzione, ma del dolore acuminato, urlato, rancoroso di chi odia visceralmente, e il suo volto conserva quei tratti aspri anche quando il dramma finisce. Difficile fare una graduatoria di bravura, ma l’Oreste di Stefan Adam ha un calore tenebroso, dei riflessi sinistri. E analogamente passionale è la prestazione di Gabriele Schnaut nei matronali panneggi di Clitennestra e di Roman Sadnik nella tenorile, sprezzante fierezza del suo drudo. Un plauso a parte va ad Elena Nebera nel ruolo della dolce Crisotemi: quanto Elettra è tenebrosa e lucida nell’odio, tanto questa è anche visivamente affabile e modula il canto con tenere gradazioni: nei duetti con la protagonista si avverte lo stacco tra il lato fosco e quello sorridente della vita. Bisognerebbe una monografia singola per tutti gli altri interpreti che hanno messo in luce un temperamento artistico completo sia sul piano vocale che su quello non meno impervio di una resa tragica totale: Graziella Alessi, Francesca Aparo, Piera Bivona, Vitalija Blinstrubyte, Mariano Brischetto, Manuela Cucuccio, Giuseppe Esposito, Antonella Fioretti, Marlene Lichtenberg, Monica Minarelli, e Salvo Todaro. Ancora più spazio andrebbe riservato alla conduzione orchestrale e alla direzione corale.
Will Humburg per la prima ha fatto sentire che cosa sia l’impeto oltre il melisma e ha condotto la direzione con titanica enfasi, con instancabile furia, trascinando la possente orchestra la cui sonorità si slargava per tutta la vasta sala; Tiziana Carlini a capo del coro ha ottenuto effetti sonori quali mai avevamo sentiti così gagliardi. Insomma uno spettacolo di assoluta perfezione la cui incisione si imporrebbe immediatamente sul mercato mondiale.
SABATO 20 FEBBRAIO 2010 LA SICILIA
Elektra 20.03.2010 – madiaset.it
Sabato 20 marzo 2010, alle ore 8.50, su Canale 5, nuovo appuntamento con la grande musica di „Loggione“, il programma del Tg5 a cura di Vittorio Testa.
Questa settimana saranno trasmesse le più belle arie tratte da „Elektra“, l’opera in un atto di Richard Strauss, su libretto di Hugo von Hofmannsthal, tratto dalla tragedia omonima di Sofocle, in scena – il mese scorso – al Teatro „Bellini“ di Catania. Un allestimento molto particolare e innovativo, con il coinvolgimento di tutto il teatro, non soltanto il palcoscenico ma anche la sala, i palchi, la buca dell’orchestra. Nel cast, cantanti di vasta esperienza come Janice Baird e Gabriele Schnaut. Sul podio il maestro Will Humburg che dirige l’Orchestra e il Coro del Teatro Massimo „Bellini“ di Catania. La regia è di Gabriele Rech. Le scene e luci sono di Giuseppe Di Iorio e i costumi di Sandra Meurer. Maestro del Coro è Tiziana Carlini.